In pronto soccorso non hanno riconosciuto i sintomi dell’infarto, confondendoli con sintomi gastro-intestinali. Molte storie che abbiamo raccolto cominciano con questa descrizione e si concludono in modo tragico, con la morte del paziente poche ore dopo le dimissioni dall’ospedale o con danni gravissimi e permanenti riportati dopo un attacco di cuore. In tutti questi casi viene riconosciuto un risarcimento dall’ospedale?
La diagnosi d’infarto è complessa e richiede anche un’analisi differenziale, poiché varie tipologie di attacchi cardiaci (episodi acuti, in terminologia medica) presentano dolori affini a quelli dell’apparato gastrointestinale.
Comunemente i disturbi e i dolori esofagei collegati al reflusso vengono attribuiti alla gastrite, anche se in realtà la sensazione di dolore o bruciore in corrispondenza dello sterno può rivelare anche altre patologie, tra le quali l’esofagite, la pleurite, un trauma toracico, oppure un problema cardiaco o alle coronarie.
Per questo motivo, il “classico” dolore descritto come senso di oppressione e bruciore al centro del petto che può irradiarsi verso la schiena e l’interno del braccio sinistro, non è inequivocabilmente il sintomo di un infarto in corso. In altre parole, il dolore al petto potrebbe essere indice di un infarto imminente o in corso, ma anche di diverse altre patologie che nulla hanno a che vedere con il cuore, seppur potenzialmente gravi.
In definitiva, come capire se siamo di fronte a un dolore gastrico o ad un infarto del miocardio?
In caso si presentino sintomi affini a quelli dell’infarto, è necessario farsi immediatamente visitare e dovrà essere il medico a indagare le cause per accertare se ci sia effettivamente in atto un attacco di cuore e attivare le cure più adeguate. Quando si entra in pronto soccorso ciò che ci si deve aspettare è un’attività diagnostica tempestiva, mirata a valutare tutte le possibili patologie legate ai sintomi riscontrati e ricorrendo ad analisi specifiche, in modo da dimettere il paziente con la massima sicurezza oppure indirizzarlo verso i reparti nei quali verrà sottoposto a trattamenti e cure.
Ci si dovrebbe aspettare una diagnosi differenziale.
In ambito sanitario, la diagnosi differenziale è un processo che grazie a precisi esami clinici diagnostici (come esami del sangue, tac e altri) si escludono progressivamente le patologie ipotizzate, fino a individuare quella corretta e avviare un trattamento specifico.
Eppure, i decessi o l’aggravarsi delle condizioni del paziente dimesso poche ore prima, sono circostanze che – come ci ricorda la cronaca – accadono con una certa frequenza anche negli ospedali italiani.
Un infarto non riconosciuto e non trattato in tempi celeri può determinare la morte del paziente o danni permanenti come problemi circolatori, ipertensione cronica, disfunzioni della gittata cardiaca, e altre condizioni più o meno reversibili legate al grado d’intensità dell’episodio acuto.
Di fronte a un episodio acuto avvenuto poche ore dopo la dimissione dall’ospedale o dal pronto soccorso, ci possono essere delle responsabilità da parte del medico? È possibile.
Se la diagnosi è scorretta per la sottovalutazione dei sintomi, o si presenta l’episodio acuto perché i tempi della diagnosi si dilatano eccessivamente con l’attesa in pronto soccorso, è possibile che ci sia una correlazione tra il danno ricevuto e la responsabilità del medico/ospedale, che va denunciata e risarcita alla vittima o alla sua famiglia. Andrà verificato se i tempi tecnici per intervenire correttamente sul paziente avrebbero inciso rispetto alla situazione iniziale riscontrata all’ingresso del pronto soccorso.
Capire se nel tuo caso c’è stata una negligenza del pronto soccorso e come metterla in correlazione con i danni subiti è compito di esperti. Come primo passo, cerca di capire se puoi chiedere un risarcimento danni all’ospedale; nella guida che trovi qui sotto, completamente gratuita e a tua disposizione, ci sono tutte le informazioni che servono per iniziare a valutare un percorso per la richiesta di risarcimento. Clicca qui sotto per riceverla sul tuo indirizzo e-mail e leggerla quando vuoi in totale privacy.