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Pubblicato da Paolo Stefanini ● 27 giugno 2020

La denuncia dell’ospedale: se e come fare causa per malasanità

denuncia-ospedale

La decisione di fare denuncia all’ospedale è una decisione che va presa con consapevolezza. A seguito di un danno legato a un errore medico, per ottenere il riconoscimento delle tue ragioni e un equo risarcimento, bisogna tenere presenti quali sono le condizioni per dimostrare che è stato l’ospedale a causarti un danno. Una denuncia per malasanità deve basarsi su fatti concreti, definiti da elementi oggettivi che emergano da carte e documenti, quali cartelle cliniche, referti diagnostici, certificazioni mediche, che vengano analizzati e valutati da perizie medico legali e medico specialistiche. Ecco le cose basilari da sapere.

 

Anche in un sistema sanitario di livello elevato come quello italiano si commettono errori. Sbagli che non sempre sono imputabili al singolo medico, ma alla struttura ospedaliera che - per ragioni talvolta, forse troppo spesso collegate a scelte politiche inquinate da interessi ben distanti dagli interessi della nostra collettività – ha macchine vecchie, ferme perché da riparare, opera tagli al personale o ha problemi a fare nuovi investimenti tecnologici.

Con il risultato che, basta sfogliare le notizie di cronaca quotidiana, anche in Italia, i casi di malasanità sono frequenti. Si calcola che addirittura 1 paziente su 10 sia vittima di malasanità, solo che non sempre l’errore causa un danno, oppure forse ben più spesso non è possibile dimostrare la correlazione tra errore e danno. Quando è possibile denunciare l’ospedale? 

Se e Quando è giusto denunciare l’ospedale 

Quando non è il dottore a sbagliare, può succedere che a comportarsi male siano altri professionisti: infermieri, tecnici, o che la mancanza sia della struttura stessa che attua correttamente protocolli o procedure necessarie perché, per esempio, il macchinario per   la diagnosi è “fuori servizio”. Le condizioni essenziali per avviare, e vincere, una causa per malasanità sono tre. 

1. L’Esistenza del Danno

La consapevolezza di aver subito un torto non è sufficiente a provare un errore: deve essere dimostrato un danno.  Si definisce danno biologico macro-permanente un lesione grave e permanente (ad esempio l’amputazione dell’arto conseguente ad un intervento chirurgico sbagliato, o ad una infezione nosocomiale, o ancora ad una errata o tardiva terapia farmacologica, o danni da parto con conseguenze croniche o handicap al neonato) oppure la morte stessa del paziente. È da qui che nasce l’esigenza fondamentale di avere giustizia, ovvero ottenere un risarcimento per un evento che stravolge completamente l’esistenza. 

In Italia, purtroppo, si stima che solo un terzo di chi ha subìto un danno da errore medico, ovvero per malasanità, alza la voce e decide di denunciare l’accaduto, chiedendo di accertare eventuali responsabilità per una condotta colposa. 

2. La Colpa

 

Ecco il secondo tassello fondamentale: la colpa, ovvero l’aver trattato un paziente con negligenza, imperizia o imprudenza. La gamma dei casi è ampia: si può venire curati male, curati tardi o non curati affatto, e quali sono le ragioni? È qui che occorre indagare per scoprire se c’è una colpa.

La responsabilità può essere attribuita all’ospedale, ad esempio, se il personale sanitario non ha fornito una corretta assistenza (spesso a causa di turni massacranti o sovraffollamento mal gestito da carenze ormai croniche di organico ) o con strumenti adeguati.

La legge 161/2014 stabilisce che i medici devono rispettare un riposo minimo di 11 ore consecutive giornaliere e non possono lavorare per più di 48 ore alla settimana, straordinari inclusi. Ma cosa succede agli infermieri? Cosa succede, inoltre, in periodi di emergenza come quello del Covid -19 in cui a tutti i livelli il personale sanitario è stato sottoposto a stress e turni infiniti? I livelli qualitativi delle prestazioni sanitarie sono legati a doppio filo all’operatività e alla lucidità dei medici e degli infermieri: non ci si può permettere un infermiere stanco e “di fretta” che sbaglia i dosaggi dei farmaci per i pazienti del suo reparto.

Un altro argomento “caldo” è legato alle strumentazioni: una Tac non può essere sostituita da una radiografia, o almeno non del tutto. Se in un pronto soccorso non è disponibile uno specialista adeguato all’emergenza, o uno strumento diagnostico è inutilizzabile perché è rotto, il paziente non può essere mandato a casa con una diagnosi incerta, il rischio è altissimo. Pochi giorni fa, l’ANSA ha riportato il caso della morte di una bambina rodigina di soli 11 mesi deceduta poco dopo essere stata dimessa dal pronto soccorso di Legnago (Verona), e la procura di Rovigo ha aperto un’indagine per omicidio colposo.

Ho usato molti esempi per spiegare che il riscontro di una “colpa” è decisivo nella definizione di un caso di malasanità e ciò può avvenire solo consultando un altro medico, esterno alla struttura e possibilmente lontano territorialmente, che può stabilire cosa si sarebbe dovuto o potuto fare per evitare il danno. 

3. La correlazione tra condotta dell’ospedale o del personale sanitario e il danno

In termini legali si parla di “causa prossima” quando si mette in relazione un evento (l’errore medico) e la sua conseguenza (il danno o la lesione). Questa è la terza condizione necessaria a denunciare l’ospedale e, soprattutto, a vincere vedendosi riconosciute le proprie ragioni. Di solito è necessario stabilire se il danno sarebbe avvenuto comunque, indipendentemente dall'atto di negligenza dell'operatore: a rispondere a questi interrogativi saranno i medici specialisti ed il medico legale, cioè i professionisti chiamati a determinare la effettiva correlazione fra i fatti accaduti e i danni riscontrati, ciò che si usa definire il nesso di causa tra evento e danno.

Come denunciare l’ospedale?

Come avrai già intuito, sono necessari avvocati, medici legali e specialisti: un insieme di professionisti che valutano il tuo caso e, di fronte ai tuoi dubbi, possano valutare se ci sono le condizioni per agire legalmente a tutela dei tuoi diritti. Saranno poi i professionisti a indicare i passi da fare, il primo dei quali è senza dubbio quello di tenere con cura nel proprio archivio la cartella clinica, documento ufficiale che contiene l’intera storia sanitaria.  

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Topic: Denuncia all'ospedale

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