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Pubblicato da Paolo Stefanini ● 23 febbraio 2021

Morte per errore medico: come funziona il diritto al risarcimento

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Il decesso di una persona cara è un’enorme sofferenza, soprattutto quando avviene in circostanze avvolte dai dubbi, proprio come nel caso di una morte per errore medico. Il dolore si mescola con una forte rabbia giustificata e la verità dei fatti è l’unica condizione per riportare la pace.

Nella terminologia legale, la perdita della vita per danno o omissione da parte del medico o della struttura viene definito danno “tanatologico”. A fronte di questo danno viene riconosciuto il diritto a un giusto risarcimento, in questo caso in capo agli eredi, qualora emerga il nesso di causa tra l’esito (la morte del paziente) e l’operato oppure l’omissione da parte del medico o della struttura sanitaria.

Come funziona la richiesta di risarcimento


Il percorso per chiedere – e ottenere – un risarcimento necessità di competenze legali e mediche. Sarà necessario avviare i seguenti step:

1.La constatazione del danno

In questa fase ci sarà una attenta ricostruzione documentaria del quadro clinico del paziente, della cartella clinica e una valutazione delle carte a disposizione per stabilire se vi siano discrepanze.

2.Le valutazioni medico-legali

Il medico legale è il professionista di riferimento per accertare le ragioni che hanno determinato la morte del paziente.

3.La possibilità di attribuire una responsabilità medica

La dimostrazione che la condotta o l’omissione del medico o della struttura hanno determinato il precipitare della situazione fino a conseguenze irreversibili.

Morte per errore medico: esempi di risarcimento


Per rispondere a una delle domande che più frequentemente ci vengono rivolte, cioè “Quando fare una richiesta di risarcimento per morte?”, trovo utile fare degli esempi che possono avvicinarsi ad esperienze o situazioni reali.

Tra le circostanze che possono determinare la morte di un paziente c’è un ventaglio di variabili che non sempre dipendono dalle azioni del medico o dalle mancanze della struttura. Il decesso di una persona cara è risarcibile solo se la responsabilità è presente ad esempio perché siamo di fronte a una diagnosi troppo frettolosa in pronto soccorso, a un’infezione contratta in ospedale durante un intervento, o ancora se la morte è dovuta all'eccessivo dilatarsi dei tempi tra la diagnosi e l'intervento salvavita. Anche dietro a una morte per profilassi antibiotica scorretta o a causa della somministrazione di una terapia scorretta possono celarsi delle responsabilità.

Altri esempi:

  • Tardivo riconoscimento e tardiva gestione di una infezione ospedaliera o ICA;

  • Sottovalutazione del rischio infettivo;

  • Errata profilassi antibiotica;

  • Sospensione della terapia antibiotica;

  • Inadeguata dimissione del paziente;

  • Mancata esecuzione di indagini diagnostiche finalizzate alla certezza nella diagnosi e alla prescrizione di terapie adeguate;

  • Intempestivo intervento con ritardo che si ripercuote sulle cure.

Un caso ipotetico di sottovalutazione dei sintomi potrebbe essere quello di una persona che si reca in pronto soccorso perché avverte forti dolori toracici e viene dimesso ritenendo che il dolore al centro del petto fosse legato a reflusso gastroesofageo, i cui sintomi sono simili in realtà a quelli dell’infarto miocardico. Nelle ore successive, il paziente muore a causa di un arresto cardiaco.

Un ulteriore ipotesi di responsabilità potrebbe celarsi dietro un'infezione nosocomiale contratta durante un intervento chirurgico di sostituzione della valvola aortica. Il tema delle infezioni, tra l’altro, è molto articolato: ne abbiamo parlato anche qui. Le infezioni contratte in ospedale possono intaccare le capacità respiratorie o determinare una insufficienza multiorgano che porta, alla fine, all'arresto cardiocircolatorio.

Infine, altri casi esemplari sono le complicanze o complicazioni post intervento, la cui terminologia in ambito giuridico non viene accettata. Sul piano giuridico le complicanze si dividono in eventi avversi prevedibili ed evitabili, oppure imprevedibili ed inevitabili.

Dalla diagnosi errata o ritardata, alla prescrizione farmacologica errata; dall’errore chirurgico alla malasanità in sala parto o in neonatologia: in tutti i casi di morte sospetta è giusto e opportuno indagarne a fondo le ragioni. Non solo per una ragione di risarcimenti, ma anche per la tutela della comunità che utilizza quegli stessi presidi ospedalieri o servizi.

Ne hai il diritto: la Carta Europea dei diritti del malato sancisce che "Ogni individuo ha il diritto di ricevere un sufficiente risarcimento in un tempo ragionevolmente breve ogni qual volta abbia sofferto un danno fisico ovvero morale e psicologico causato da un trattamento di un servizio sanitario".

Se hai una storia simile agli esempi che ho descritto in questo articolo, il prossimo passo da fare è informarti sul risarcimento da errore medico. Scarica gratuitamente questa guida e leggi il pdf.

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Topic: Errore Medico

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